Ed eccomi ad approfondire su alcune tradizioni del popolo Masai abitante nelle praterie del Kenia e della Tanzania…
Tra questi pastori nomadi la poligamia non ha limiti: gli uomini possono avere quante mogli desiderano, ma è necessario disporre di bovini a sufficienza per acquistarle dalle famiglie di origine. E’ una società patriarcale: i maschi di questa tribù sono organizzati in rigide classi di età: ragazzi, guerrieri ed anziani.
Alle ragazze tra i nove e tredici anni è permesso avere rapporti sessuali prima di sposarsi anche se i loro padri negoziano il matrimonio ancora prima che nascano. Per tradizione esse possono avere fino a tre amanti contemporaneamente.
La stessa libertà viene concessa ai “morani“, i giovani guerrieri: sia i ragazzi che le ragazze sono sottoposti a mutilazioni sessuali iniziatiche.
Le giovani donne del villaggio sono inizialmente iniziate alla prima mestruazione e lasciano i loro guerriglieri per sposare uomini che hanno di solito il doppio della loro età. Gli uomini, invece, si sposano dopo i trent’anni, perché devono accumulare la ricchezza per contrarre il matrimonio.
Quando una ragazza Masai lascia la sua casa di origine per quella dello sposo, è benedetta dal padre, il quale sputa un sorso di latte sotto il suo collare e l’avverte di non voltarsi indietro, altrimenti diventerà pietra. All’entrata della proprietà del marito, la giovane donna viene ricevuta dalle sue nuove parenti, che la accoglieranno tirandole dello sterco di vacca e insultandola, in genere per la statura, che è un punto di orgoglio per i Masai. Il rituale mira a mettere alla prova le giovani spose di fronte alle avversità della vita.
Le capanne a forma di igloo, sono fatte con rami e foglie, ricoperte con lo sterco del bestiame. Dalle vacche i pastori ricavano il nutrimento di ogni giorno: latte e sangue.
Per diventare un morani non basta la circoncisione, ma vi è un periodo precedente i cui giovani vengono presi dagli anziani e portati fuori dal villaggio (manyatta)…
… apprenderanno le qualità morali per diventare valorosi guerrieri:conosceranno i rudimenti della caccia e come difendersi da eventuali attacchi, impareranno ad utilizzare la lancia ed il kissu (coltello bilama).
Al ritorno nella manyatta le madri li accoglieranno con il dono di una veste nera di pelle di capra, unta con grasso e carbone, che indosseranno fino al rito della circoncisione.
Nei giorni che precedono il rito, i guerrieri morani sostengono psicologicamente i ragazzi, motivandoli a tal punto che in quel fatidico momento cadranno quasi in uno stato di trance.
Per i Masai questo è un importante passaggio dall’età dell’adolescenza a quello della maturità: si improvvisano canti e danze propiziatorie fino all’alba, l’atmosfera che si respira è di grande passione e coinvolgimento emotivo…