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Visitare il museo dell’olio: tra storia e tradizione

L’olio d’oliva è un prodotto alimentare di grande qualità, dalla storia davvero interessante che si perde nei secoli. L’Italia rappresenta un luogo fondamentale per la realizzazione di questo prodotto naturale, grazie anche al clima mediterraneo. Le origini dell’olio d’oliva rimangono per certi versi misteriose. Si hanno delle prove relative alla sua presenza già diversi millenni fa. Si parla di un’origine che va fatta risalire a più di 6.000 anni fa nel Medio Oriente: le prime prove di una coltivazione di olive, per ricavare un prodotto che veniva usato per il benessere della pelle o come olio per alimentare le lampade. Ma andiamo nel dettaglio e scopriamo perché è così importante conoscere la storia dell’olio d’oliva.

Il museo dell’olio tra storia e tradizione

Sono in tanti oggi a voler esplorare tutti i dettagli della storia di molti prodotti della nostra cultura. Molti sono gli appassionati visitatori del museo dell’olio messo a punto da Olio Sommariva, che si trova ad Albenga ed è completamente dedicato proprio alla civiltà dell’olio.

Visitare un museo dell’olio per un turista è un’occasione unica per immergersi completamente nella storia di un prodotto e di un relativo mestiere che ha un’importanza fondamentale per le regioni del nostro Paese.

In questi luoghi densi di cultura è possibile rintracciare tante possibilità di riflessione, ripercorrendo tutta la storia dell’olio dall’origine alla contemporaneità, ma passando anche per l’occasione di ammirare delle bellezze artistiche, come quelle derivanti dalla pittura o dalla fotografia.

Visitare un museo dell’olio è un’importante opportunità, che mette il turista di fronte a degli elementi imperdibili, per rivivere le origini di un prodotto tipico che non smette mai di stupire, anche per le sue numerose proprietà benefiche a vantaggio della salute del nostro organismo, come dimostrano differenti studi scientifici svolti dai ricercatori di tutto il mondo.

La storia dell’olio d’oliva

Come dicevamo, le prime tracce della coltivazione dell’olio d’oliva risalgono a più di 6.000 anni fa, nel territorio del Medio Oriente. In seguito, in un periodo corrispondente al 3.500 a.C., si sono avute le prime coltivazioni di alberi di questo prezioso frutto anche in zone che non risultavano molto adatte al clima necessario per lo sviluppo delle piante.

Si tratta di un segnale molto interessante, che ci fa capire come l’olio d’oliva veniva apprezzato sempre di più anche in altri luoghi, testimoniando quindi la sua ampia diffusione in diverse parti del mondo. Altri segni della diffusione di questo prodotto si hanno nell’Egitto del 1.300 a.C., dove venivano utilizzati i rami di ulivo come decorazione per le tombe dei faraoni.

Con i Romani però si è potuto assistere ad uno sviluppo sempre più intenso delle coltivazioni. L’albero fu diffuso in tutti i territori che questa popolazione conquistava e venne migliorato tutto il processo di realizzazione dell’olio, dalla coltivazione delle piante fino alla conservazione dell’olio stesso.

Con i Romani abbiamo potuto anche osservare una precisa classificazione in cinque tipologie dell’olio realizzato, in base alla qualità derivante dal tipo di spremitura delle olive. C’era, ad esempio, l’oleum maturum, che veniva prodotto dalle olive mature, ma c’era anche l’oleum caducum, derivante dalle olive raccolte da terra.

Tutte queste informazioni si possono dedurre anche dall’osservazione dei vari elementi che possiamo rintracciare in un museo dell’olio, che permette anche di ammirare lo sviluppo nei secoli successivi, fino al Novecento.

Fu nel 1700 ad esempio che si portò avanti sempre di più la coltivazione dell’olivo, che si diffuse in modo costante anche in diversi altri Paesi europei. La storia dell’olio è molto ricca e un viaggio che preveda anche la visita di un museo apposito è un’ottima occasione per scoprirla in tutti i suoi dettagli.

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