Siamo di nuovo a Cuba, con le sue tradizioni radicate ed un’altra parola chiave nella vita del cubano: Orishas e non solo per coloro che vivono nell’isola … il richiamo è anche per tutti i cubani residenti all’estero, gli adepti sono un numero ragguardevole!
La santeria cubana nasce dalla religione Yoruba e trae le sue radici nella tribù Yoruba, originaria della Nigeria, nell’ovest dell’Africa. I membri di tale tribù furono importati durante il periodo della schiavitù, abolita nel 1880.
Ed il pensiero filosofico della religione Yoruba è accompagnato dalla Regla de Ifà ed i suoi 16 comandamenti:
- non dire ciò che non sai;
- non fare riti che non conosci;
- non condurre le persone in vie false;
- non ingannare nessuno;
- non pretendere di essere sapiente se non lo sei;
- essere umile;
- non infrangere Tabù;
- mantenere puliti gli strumenti sacri;
- mantenere pulito il tempio;
- rispettare i deboli;
- rispettare le leggi morali;
- non tradire un amico;
- rispettare i maggiori;
- rispettare la gerarchia;
- non rivelare segreti.
Qui di seguito il richiamo africano delle melodie cubane che scaturisce dall’unica liturgia detta regla de Ocha:
Tra il 1850 ed 1860 il 34% degli schiavi cubani erano Yoruba o Lucumì (a causa del loro saluto che significa “amico mio”).
Da loro e dagli altri schiavi, ognuno con le proprie credenze, si sviluppa il sincretismo religioso: elementi tribali e sciamanici mescolati a riti e personaggi della religione cattolica.
Secondo la Santeria esiste un unico Dio chiamato Oludarne, la cui rappresentazione umana mascolina è Olorun che significa “padrone del cielo” . Egli non ha attributi umani ma è puro spirito ed energia.
Tra Dio e gli esseri umani vivono gli Orishas (i Santi), guardiani ed interpreti del destino universale!
Alcuni di questi Orishas furono umani e si trasformarono in Santi per via della loro vita eccezionale. Altri, invece, sono diretta emanazione di Oludarne, rappresentano principi della Natura e si espimono attraverso il Regno Vegetale, Minerale ed Animale.
Ogni uomo è governato da un Orisha a cui deve rispetto, devozione ed … offerte, soprattutto nel giorno della festa di ogni Santo. Durante queste feste ci si scatena in danze e musica, agli Orishas vengono offerte grandi quantità di cibo e bevande e si celebrano messe accompagnate da veri e propri episodi di trance, in cui, al ritmo dei tamburi sacri Batà, i Babalawos e Santeros, incarnano il santo ricevendo messaggi e consigli. Ed è attraverso questi messaggi che gli adepti cercano di risolvere i loro problemi spirituali e materiali!
Gli Orishas più famosi sono:
- ELEGGUA’: è il primo Orishas ad essere salutato ed a ricevere qualunque offerta. Il primo e l’ultimo ad essere cantato nelle cerimonie e nelle feste ed anche il primo che viene ricevuto dai credenti. Fa parte del gruppo dei Guerreros, insieme con Oggùn, Ochossi e Osun. Custodisce la casa, apre e chiude le porte al destino, rappresenta il bene ed il male, la notte ed il giorno, la disgrazia e la felicità. La sua figura è strettamente vincolata a ECHU: l’incarnazione dei problemi e delle disgrazie dell’uomo. Viene sincretizzato con il Santo Niño di Atocha, Sant’Antonio da Padova e l’Anima Solitaria.
- YEMAYA: Madre della vita, Signora del Mare, fonte fondamentale di vita. Le piace cacciare e maneggiare il machete, è indomabile e astuta, i suoi castighi sono duri e la sua collera terribile. Giustiziera, ma anche madre dolce che ascolta le richieste dei suoi figli e si preoccupa per il loro sostentamento. Si sincretizza con la Vergine della Regola.
- CHANGO’: è il più maschio di tutti gli Orishas. Dio del fuoco, del fulmine, del tuono, della guerra, del ballo, della musica e della bellezza virile. E’ il re dei tamburi, a lui appartengono i Batà. La parola Changò vuol dire problema. Lui, infatti, rappresenta il maggior numero di virtù e di imperfezioni umane: lavoratore, coraggioso, buon amico, divinatore, curatore ma anche bugiardo, donnaiolo, attaccabrighe, millantatore e giocatore. Per il suo concetto così ampio della vita e dell’allegria, si dice che faccia paura ai morti. La sua festa è il 4 dicembre e viene sincretizzato con Santa Barbara.
- OCHUN: la Venere del Pantheon che rappresenta la femminilità, Signora dei Fiumi, assimilata alla Vergine della Carità del Cobre, patrona di Cuba;
- ORULA: benefattore dell’umanità, che incarna la sapienza e che rivela il destino ai suoi figli, assimilato a San Francesco d’Assisi;
- BABALU’ AYE’: il vecchio con le stampelle, divinità delle malattie, santo molto venerato e pregato per ottenere la grazia della guarigione. Si sincretizza con San Lazzaro che si festeggia il 17 dicembre.
e siccome la festa di Babalù Ayè, San Lazaro, è stata celebrata il 17 dicembre a lui, agli Orishas ed a tutti i cubani dedico questa canzone:
Evviva Changò!